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La Morte ci ricorda di essere vivi: la mia riflessione personale

Aggiornamento: 15 ott

Uomo seduto che riflette sulla morte e il senso della vita con espressione pensierosa

"Svegliati, vai a lavoro, Netflix, dormi, ripeti."


Viviamo tutti con il pilota automatico e non ne siamo consapevoli.


Ma il punto che voglio trattare oggi non riguarda le abitudini, piuttosto voglio riflettere su quanto sia scarsa la nostra consapevolezza sulla vita, e come la morte ogni tanto ci ricorda che siamo vivi.


Mettiti comodo/a perché iniziamo subito.



Quando la morte ci ricorda di essere vivi

Ognuno di noi si è creato la propria bolla di realtà, e all'interno di essa ci creiamo

la pericolosa illusione di essere isolati da tutti i mali del mondo.


Sembra sempre che accada tutto agli altri, sto parlando di incidenti, malattie e sventure varie.


Eppure questa vita ci ha dato già uno scossone di massa.


Si, parlo proprio del Covid-19.


Ti ricordi quei giorni in quarantena?


Io me li ricordo benissimo.


La gente moriva attaccata ai respiratori, e la minaccia era praticamente invisibile.


Ma in quel periodo non avevo il terrore di morire, e sai perché?


l'idea di non avere più un futuro mi aveva tolto la voglia di vivere, la motivazione era scesa sotto lo zero.


In quel periodo feci varie promesse a me stesso:


"Quando e SE finirà tutto, viaggerò di più, mi godrò di più la vita magari cambiando anche lavoro".


Spoiler: non è successo, o almeno è successo in minima parte ma non nel modo che mi ero promesso.


Come al solito, la realtà si manifesta come un uppercut in faccia.



Quando la vita normale ricominciò, inconsapevolmente tornai gradualmente nel mood pre pandemia.


Non mi resi conto di essere tornato anestetizzato, assuefatto dalla solita routine quotidiana.


"Svegliati, vai a lavoro, netflix, dormi, ripeti."


Insomma, avevo aperto gli occhi, ma poco dopo mi sono riaddormentato.


Anni dopo, un evento traumatico mi riaprì gli occhi: la morte del mio caro Papà.


Iniziai a riflettere sul fatto che in fin dei conti, non abbiamo così tanto tempo da vivere qui sulla terra.


Mio padre aveva la bellezza di 84 anni, e nonostante la generosa età, se avesse potuto vivere di più lo avrebbe fatto volentieri.


Questo mi fece capire che un giorno quando saremo vecchi, pure noi non ci sentiremo comunque pronti a trapassare.


Quando sarà il momento ci ritroveremo a dire:


"Ma come? Di già?"


Quella volta mi ritrovai di nuovo a riflettere sulla vita, ma in modo diverso.


Dopo un anno e mezzo dalla sua scomparsa, per l'ennesima volta, stavo riprendendo il maledetto loop apatico di sempre, ma stavolta con maggiore consapevolezza sulla vita.


Mi rendo conto tutt'ora di essere cambiato in meglio, ma di avere ancora davanti un lungo percorso di crescita personale da intraprendere.


Tuttavia, ho preso coscienza di quanto gli eventi traumatici facciano parte del nostro viaggio verso la consapevolezza.


La verità, è che diamo sempre tutto per scontato.


"Ma si, al massimo ci vediamo la prossima volta"


"Guarda purtroppo non ho avuto tempo di risponderti, ci aggiorniamo più avanti"


"Ma si, tanto c'è sempre tempo"


E ora mio caro lettore o lettrice dimmi: Quante volte hai pronunciato queste frasi nella tua vita?


Immagino molte.


Ti riporto una famosa frase tratta la film "Così è la vita" di Aldo, Giovanni e Giacomo:


"Così è la vita... Un secondo ci sei, e un secondo dopo... PUFF! non ci sei più".


Ho cercato di interiorizzare questa frase negli anni, ma purtroppo certe lezioni le dobbiamo imparare direttamente sulla nostra pelle.


Mentre sto scrivendo, ieri si è svolto il funerale di una mia cara amica.


Beatrice aveva solo 32 anni, e la sua vita è stata portata via da un'embolia polmonare.


Bea amava tanto la vita e ha sempre combattuto a testa alta, sia contro le difficoltà esterne che quelle interne.


Aveva tanti sogni e progetti per la testa, e finalmente aveva trovato un ragazzo che sapesse amarla veramente in tutto e per tutto.


Eppure, come un brutto scherzo, la sua vita è finita in un lampo.


Probabilmente, avrà avuto anche lei le sue colpe come tutti noi, nessuno è santo e immacolato, ma sicuramente non se lo meritava.


Mio Papà almeno, la sua vita era riuscito a viversela alla grande per ben 84 anni, Bea no.


Mentre sto scrivendo, sto ancora metabolizzando la sua scomparsa, ma sicuramente dopo questo terribile lutto, per l'ennesima volta ho riaperto gli occhi, e stavolta...


Non ho più intenzione di tornare a dormire.


Conclusioni

La morte è lo schiaffo che ci risveglia, e ci ricorda che siamo vivi.


Ogni tanto torna a farci visita e ci fa tremendamente male.


A volte ci mette K.O. per lunghi periodi.


Ma all'interno di questo male risiede sempre un insegnamento che dobbiamo saper cogliere.


"Cogli l'attimo! Cogli la prima rosa!"


Quanti film hanno cercato di farcelo capire...


Purtroppo le esperienze vanno vissute direttamente, non dobbiamo solo farcele raccontare.


Quello che ho scritto in questo articolo potrebbe averti scosso un po' e me ne rendo conto.


Non tutti i lutti sono uguali è ovvio, ma il mio messaggio è questo:


Cerchiamo (per quel che possiamo), di carpire quale sia la lezione durante una sventura.


Io credo sia l'unico modo per aumentare la nostra consapevolezza e vivere al meglio, non solo la vita, ma anche quando arriverà il momento della nostra fine.


E tu? Hai mai vissuto un momento in cui la morte ti ha risvegliato?

Condividi la tua storia nei commenti qui sotto oppure nel FORUM.

A volte basta leggere l'esperienza di qualcun altro per sentirsi meno soli in questo viaggio chiamato vita.

Non tenere tutto dentro, scrivi anche solo una riga, ti leggo.

Come sempre ti ringrazio di avermi letto fino a qui, ti do un abbraccio forte e conto di ritrovarti nel mio prossimo articolo.

Con affetto

Teo


P.S: Grazie Bea per aver fatto parte della mia vita, ti vorrò sempre bene amica mia, fai un buon viaggio.


Teo
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